Se hai passato la vita intera a correre, come puoi imparare a stare fermo? Come puoi immaginare il giusto modo per trasformare la tua casa di paglia in una di mattoni?

Anche voi, quando leggete un fantasy, cercate prima di tutto di capire se la storia nasconde la volontà di parlare di qualcosa di vero (e doloroso) sotto forma fantastica?

Perché secondo me, “Oltre il bosco” di Melissa Albert potrebbe a ben vedere essere la storia di qualcuno che perde il senno e per diverso tempo vive in un mondo che crede vero ma è solo frutto delle sue elucubrazioni o di un sogno lucido.

In questo senso, Hazel Wood, la tenuta che la protagonista deve raggiungere per ritrovare sua mamma scomparsa, potrebbe essere la sua mente (mi sembra molto probabile) o una casa di cura (o entrambi).

Fantasy tra fantasia e realtà

Ma veniamo al nocciolo della questione: ho letto critiche non troppo positive a “Oltre il bosco“. Che dire, pare che a a me piacciano tantissimo i fantasy che non piacciono molto agli altri. E mi piacciono soprattutto quando hanno questa profondità di lettura: non mi basta la storia, devo poterla collocare nella realtà, devo poterla interpretare come fosse qualcosa di potenzialmente vero raccontato con i mezzi del fantasy. Non so se mi sono spiegata… deve contenere simboli, metafore, messaggini, come le briciole di pane di Pollicino.

Vi faccio degli esempi

Ne “Il regno capovolto” di Marie Lu l’autrice affronta il tema della gelosia tra fratelli, di ciò che la protagonista Nannerl sarebbe disposta a fare per avere lo stesso successo del fratello, trasportando la protagonista in un mondo alternativo in cui può ottenere quello che vuole se asseconda personaggi che non rappresentano altro che la sua parte oscura: nutrendoli, nutre la sua cattiveria.

In “Good luck girls” di Charlotte Nicole Davis, Clementine e le sue amiche provenienti da un bordello scappano dal loro destino, cercando la persona che può cancellare un tatuaggio che hanno sul collo e che le identifica come ragazze della Buona Fortuna: un viaggio per cercare di cancellare ciò che si e stati e che rivela che non è quasi mai possibile farlo davvero.

Infine, indimenticabile, ne “Il sognatore” Laini Taylor, in modo del tutto originale, affronta le tematiche della violenza, della guerra, della paura del diverso, dei pregiudizi, dell’odio della sete di vendetta, del razzismo e ovviamente… dell’amore, dell’amicizia, di tutti quei sentimenti positivi che permettono di andare oltre e sconfiggere tutto quanto elencato in prima battuta, ma lo fa vestendo di fantasy.

Questi aspetti sono quelli che mi fanno amare un romanzo fantasy. E sono le ragioni per cui, probabilmente, non mi è per nulla piaciuta la saga dell’Attraversaspecchi: mi sembra non avere ne capo ne coda, nessun messaggio, nessun significato profondo. Solo a me?

Trama di “Oltre il bosco”

sei una storia

L’unica via per andare oltre è attraverso. Attraverso i boschi, attraverso la storia, attraverso il dolore. Pensavi che avresti ottenuto quello che volevi gratis?

Premesse (lunghissime, scusate) fatte, la trama di “Oltre il bosco” è molto più complessa di quello che sembra: questo romanzo, proprio per simbologie, metafore e quant’altro, richiede secondo me un’attenzione molto più alta rispetto a molti altri romanzi fantasy, per essere capito davvero.

Protagonista è Alice, adolescente che non ha mai conosciuto il padre e vive da sempre “in fuga”, spostandosi di città in città con la madre Ella, perennemente in cerca di qualcuno che le ospiti per sfuggire a quella che ha sempre conosciuto come “la sfortuna” che le perseguita.

Sullo sfondo la figura affascinante della nonna, Althea Proserpine, che Alice non ha mai conosciuto e che Ella non vuole nemmeno sentire nominare: misteriosa e seducente autrice di una raccolta di racconti neri fuori catalogo ma ricercatissimi dai collezionisti, vive da anni reclusa ad Hazel Wood, una villa nascosta in mezzo a un bosco ignoto, sfuggendo alla curiosità dei fan, i più accaniti dei quali ne scrivono sui blog e la cercano come se lei stessa e i suoi lavori siano tesori da rintracciare.

Alice non ha idea del perché la madre, Ella, abbia interrotto ogni rapporto con Althea né perché non facciano altro che trasferirsi da un posto all’altro e crea con lei un rapporto esclusivo, quasi di dipendenza, che le impedisce di farsi amici e di avere una vita “normale”.

A un certo punto però qualcosa cambia. Ella trova l’amore nel ricco Harold e una lettera le informa della morte di Althea. Sembra che tutto stia andando a posto, quando, contrariamente a quello che pensavano, la sfortuna le raggiunge nuovamente.

Ella, Harold e la figlia dell’uomo, Audrey, spariscono nel nulla mentre creature da incubo si aggirano per la città, esseri che sembrano personaggi delle terribili favole scritte dalla nonna. Quando Harold e Audrey tornano e Ella no, Alice scopre che è stata portata via da due strani uomini e che se vuole salvare sua madre dovrà cercare lei e il loro passato ad Hazel Wood, la tenuta dove si è nascosta prima di morire la misteriosa nonna.

Insieme a Ellery Finch, compagno di scuola con cui è nata una simpatia, fan sfegato di Althea Proserpine, Alice inizia il suo viaggio… dentro e fuori sé stessa.

Fiabe, ambientazione e storia: i punti di forza di “Oltre il bosco”

“Sono una ragazza, una persona”
“Sei entrambe e nessuna, sei una storia, ma questo non ti rende meno vera”

La cosa più bella di questo romanzo è a mio avviso il richiamo alle favole, quelle della narrazione classica (Alice nel paese delle meraviglie, Hansel e Gretel, I tre porcellini ecc.) e quelle inventate dall’autrice, che sono quelle scritte da Althea Proserpine. Fiabe che sono tutt’altro che storielle per bambini, ma per intenderci quelle alla “Le mille e una notte” o a “Donne che corrono con i lupi“: fiabe che indagano la parte oscura del mondo e di tutti noi.

Altro punto di forza di “Oltre il bosco”, senza dubbio l’ambientazione, che non è quella di nessun altro, ma è che quella di tutti, nel senso che in qualche modo magico l’autrice è riuscita a cucire in questa storia le atmosfere di tutte le storie che conosciamo già, come se a Hazel Wood ci fossimo già stati. A un certo punto, quando Alice scopre la verità su di lei, su chi è, sul perché sua madre non ha fatto altro che farla scappare, l’ambientazione diventa in qualche modo onirica, come ci trovassimo in equilibrio tra sonno e veglia.

Senza dubbio, originalissima la storia. Bellissima l’idea di far rivivere alcune delle fiabe scritte da Althea, arrivando ad estrapolarne i personaggi, che vivono nel mondo stesso di Alice, arrivando da un altro mondo, l’Oltremondo, quello in cui vivono tutti i personaggi della fiabe più oscure.

E infine: avete visto la copertina? Bellissima!

Perché leggere “Oltre il bosco”

Non puoi finire la tua storia, ma puoi cambiarla. Tecnicamente parlando, puoi farlo. Puoi scegliere un finale diverso e destabilizzarla dall’interno.

Che bello questo romanzo. “Oltre il bosco” contiene una serie di elementi che non si scordano e quando lo termini ti sembra di incontrare per strada i personaggi delle favole, come accade ad Alice. Alice il cui nome non mi sembra una coincidenza, perché a tratti questa Alice, mi sembra quella, la sua storia roccambolesca, i personaggi che incontra, il mondo in cui si trova e il modo in cui dovrà imparare a destreggiarsi per poi uscirne e tornare alla realtà.

Anche se poi quello che trova è cambiato, proprio come lei.

Vi consiglio “Oltre il bosco“, in qualche modo resta nel cuore e in mente come altri libri che hanno a che fare con la forza delle donne. Ho già citato “Le mille e una notte” o “Donne che corrono con i lupi” e ritengo che in qualche modo la durezza, ma anche la profondità e il significato di certe storie sia la stessa. Alice vi rimarrà ne cuore.

Pare che uscirà a breve, anche in Italia, il seguito di questo romanzo. Io lo aspetto tanto!

Ho vissuto troppe vite da quando l’amavo. Sono morto di troppe morti. Non si cancella così semplicemente… rimane un’eco

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