Una fiaba sulla diversità a sera, leva il populismo di torno. Parola di lettrice!

Una fiaba sulla diversità come antidoto

L’antidoto al populismo che attacca la diversità e l’inclusione, la barriera a questa ondata isterica che ci vuole o bianchi o neri, o maschi o femmine, o ricchi o poveri, ben divisi in due mondi distinti che si odiano… è ancora e sempre sarà LA CONOSCENZA. E la conoscenza arriva dai LIBRI, persino (anzi, ancora di più!!!) da quelli di favole.

Dobbiamo fornire alle nostre bambine e ai nostri bambini zaini pieni di libri, pieni di antidoti e vaccini contro un mondo che non vogliamo!

Noi non vogliamo un mondo divisivo, aggressivo, urlante e pieno di odio. Vogliamo un mondo in cui la diversità è meraviglia, ricchezza, speranza. Un mondo in cui la diversità smette di essere pretesto per creare disuguaglianze. Vogliamo un mondo pieno di calzini spaiati!

E l’antidoto che vi propongo oggi è la meravigliosa, poetica e divertentissima fiaba sulla diversità “Ernest e Celestine” (leggi la trama suo sito Feltrinelli), scritta da Daniel Pennac, come solo Daniel Pennac sa fare.

Una fiaba che mette in luce come stereotipi e pregiudizi alimentino la paura verso chi è diverso (la non conoscenza, appunto!), stereotipi e pregiudizi che sono fomentati dal razzismo. Per altro, una fiaba che mette in ridicolo tutti coloro che quelle diversità le creano a tavolino, per dividerci e incrementare la paura e l’odio reciproco, mostrandone l’assurdità.

Fa ridere. Fa pensare. Io e Celeste (che guarda caso si chiama come una delle protagoniste), siamo impazzite per la bellezza di questa fiaba. E in un fine settimana, ce la siamo letta tutta, non riuscivamo a smettere!

“Ernest e Celestine”, la trama

Un orso e un topo amici? Non si è mai visto!
È scandaloso! Assolutamente vietato!
‟Hai capito, Ernest?”
‟Hai capito, Celestine?”

Il mondo di sopra è abitato dagli orsi e il mondo di sotto dai topi. È risaputo: i due mondi sono incompatibili e i loro popoli sono acerrimi, secolari nemici. Si odiano, si temono, sanno degli altri cose che credono siano assolutamente vere. Per esempio, i topi credono nell’esistenza di un Grande Orso Cattivo, che si mangia tutti i topi. E i topi hanno una paura folle dei topi, li detestano, non li vogliono in casa, pensano che siano degli invasori.

Mondi divisi, dicevamo…

Eppure, di notte, i topi salgono a fare provviste nel mondo di sopra. Hanno zainetti di tutti i colori, che riempiono di cose che servono nel mondo di sotto. Celestine è una topina con lo zainetto bianco, che serve per raccogliere i dentini dei piccoli di orso, quando cadono. Dentini che servono per sistemare i denti dei topi. Perché Celestine dovrà diventare una dentista, come insiste il Grande Dentista…

Ma Celestine non vuole fare la dentista. E quando va nel mondo di sopra, invece di caricarsi lo zaino di denti, si nasconde nelle pantofole e… disegna. Perché Celestine vuole fare la pittrice.

Un giorno, viene scoperta in una pantofola da un orso. Che fa di tutto per prenderla a scopate. La piccola, riesce a scappare e si nasconde dentro un bidone della spazzatura, ma ci resta incastrata.

É così che, quel bidone, viene aperto da un grande orso, tutt’altro che cattivo: Ernest. Che ha sempre sonno e ha sempre fame (del resto, è inverno) e apre il bidone per cercare del cibo. Solo che, chi si trova davanti? Un topo… (Celestine appunto).

Entrambi urlano terrorizzati. Ernest ha il terrore dei topi e Celestine ha paura degli orsi, è certa che Ernest voglia mangiarla. Ma… Ernest non ha nessuna intenzione di mangiarla, gli orsi, al contrario di quello che pensano nel mondo di sotto, non mangiano i topi e non sono tutti cattivi, né giganti (come in tutti i luoghi, ci sono orsi bravi e cattivi, grassi e magri ecc). E i topi, bé i topi non sono così male: di notte fanno gli incubi come gli orsi e hanno qualcuno che dice loro cosa deve fare, proprio come gli orsi.

Dunque, faccia a faccia in quel bidone, Ernest e Celestine inizieranno a vedersi come sono davvero, non come gli altri dicono di doverlo fare!

Una fiaba sulla diversità

fiaba sulla diversità Ernest e Celestine

Succedono cose incredibili dall’attimo in cui Ernest e Celestine si incontrano.

Devono affrontare mille peripezie e pericoli, sfuggire a una miriade di topi furiosi attraversando i cunicoli delle fogne, evadere da un furgone blindato della polizia, scappare su un camioncino di dolci rubato, per correre nella calda e accogliente casa nel bosco di Ernest, nascosta sotto una coltre di neve (non vi dico perché, altrimenti faccio spoiler ;)).

Ma quando arrivano alla casa, loro che hanno vissuto così tante avventure insieme, riproducono le stesse regole imposte dai due mondi: topi sotto, orsi sopra (ahimé, stereotipi e pregiudizi sono duri a morire!) Si è sempre fatto così, dice Ernest, che non vuole un topo in casa, perché poi, lo sanno tutti, che “ne accetti uno e ne arrivano cento, siete fatti così, voialtri, qualsiasi orso lo dirà!

Ma no, Celestine, però un orso e una topolina, nella stessa casa, non possono… insomma non è…
Non è cosa, Ernest? Non è decoroso? Non sta bene? Gli orsi di sopra e i topi di sotto? E’ così?
Bè, si, è così da sempre…
D’accordo, Ernest. Ce l’hai una cantina? Fammela vedere.

Ma poi, con Ernest di sopra e Celestine di sotto, i due sentono le loro vite reciproche da vicino: Ernest che russa, Celestine che fa un incubo; Celestine che ha paura, Ernest che l’abbraccia teneramente per rassicurarla. Celestine che vuole fare la pittrice, ma deve fare la dentista; Ernest che vuole fare musica, ma dovrebbe fare il giudice. E entrambi che scoprono pian piano che l’altro non è per niente male, anzi.

Simpatico, Ernest, simpatico. Un orso che parla in modo così gentile della sua casa, non può essere un Grande Orso cattivo.

Insomma, alla fine niente più sopra e sotto. A casa di Ernest i due possono finalmente dedicarsi alle rispettive passioni, la musica e il disegno, litigando e facendo pace, scherzando e prendendosi cura l’uno dell’altra.

Solo che il mondo fuori non è per nulla d’accordo, non accetta proprio l’idea di una topolina nella casa di un orso, di una topolina che vuole fare l’artista o di un orso musicista. E arriverà a cercare di imporre la propria volontà, a ripristinare l’ordine, a sostenere che chi è diverso non può stare insieme.

Ma Ernest e Celestine la pensano in tutt’altro modo, e dopo essersi incontrati, l’idea di separarsi è per loro la cosa più detestabile del mondo. Per evitarlo sono disposti a tutto, sfidando ogni regola e mostrando l’ipocrisia di tutti i pregiudizi.

Una favola stupenda

Stupenda questa fiaba. Arriva diritta diritta al cuore. Gli occhi della mia bimba Celeste, mentre leggevo, si spalancavano, sorridevano, piangevano, erano felici: sentivano la storia forte e chiara.

L’idea di inserire, qua e là nella storia, dialoghi tra autore, lettore, Ernest e Celestine, poi, è geniale; rende la storia tangibile, la porta sul piano della realtà: in quegli attimi, non è più la storia inventata di una topolina e un orso, ma una storia vera, l’autore parla con Ernest e Celestine, commentano i fatti, li rafforzano, li ricordano, li sottolineano. E il lettore, che qui e là interviene a ricordare che la storia è sua, la sta leggendo lui, e che in qualche modo gli appartiene… è veramente fenomenale.

Pennac è un genio e questa favola è stupenda.

In conclusione

Consiglio questa fiaba a tutte e tutti. Non certo solo a bambine e bambini, anzi. A volte di temi grandi è necessario parlare in modo semplicissimo. E qui la semplicità fa centro.

In pochissime parole: c’è una capo sorvegliante dell’orfanotrofio dei topi, la Grigia, che ogni notte racconta storie di terrore mettendo nella testa dei bambini la paura per chi è diverso (l’orso), cosicché, sin da bambini, i topolini crescono con il terrore per questo Grande Orso Cattivo che potrebbe divorarli e far loro del male. La realtà, invece, è ben diversa, basta conoscere il “diverso” per scoprire che in verità non farebbe male a una mosca, è simpatico e persino molto molto tenero.

Vi ricorda qualcosa? Vi ricorda qualcuno? Non è forse il mondo che viviamo? Non sono forse le storie che provano a inculcarci fin da bambini sugli “stranieri” che sono nemici, pericolosi e criminali? Non è forse quello che provano a farci credere, per esempio, sulle persone non eterosessuali, che sono “degenerate” e pericolose solo perché non sono come noi e non aderiscono a una presunta idea di normalità?

Tutte bugie, tutti pregiudizi creati ad arte per metterci paura, per tenerci divisi. E allora è con la conoscenza che dobbiamo resistere. Anche se quello che accade non è una fiaba, noi resistiamo anche con le fiabe.

Ricordiamoci di spaiare tutti i calzini e di leggere una fiaba sulla diversità ogni sera!

Curiosità

Ernest e Celestine è una serie ideata dalla pittrice e acquarellista Gabrielle Vincent, pseudonimo di Monique Martin, nel 1981. La serie è stata poi adattata al cinema nel 2012, in un film diretto da Benjamin Renner, Vincent Patar e Stéphane Aubier, con la sceneggiatura di Daniel Pennac.

Il film mi risulta accessibile su alcune delle principali piattaforme.

Nel libro pubblicato da Feltrinelli, le illustrazioni rendono la storia ancora più meravigliosa!


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