Lo dico subito: questa sarà una recensione impopolare, perché a me “Povere creature” non ha convinto. Né il film né il libro, in cui ho sperato fin oltre metà per risollevare le sorti dell’opinione che mi ero fatta guardando prima il film.

In parte, credo che l’errore sia stato proprio questo: vedere prima il film. Forse se avessi letto prima il romanzo, la mia idea su quest’ultimo sarebbe stata differente.

Povere creature, premesse su film e libro

Premetto che non posso dire di averli trovati un brutto film o un brutto libro, anzi.

Il libro è originale, godibile, ricco di spunti per riflessioni filosofiche, sociologiche, femministe, antropologiche. Certo una storia che resta, soprattutto grazie a una protagonista che non si fa dimenticare. Del romanzo, poi, ho apprezzato l’ironia, i molti punti di vista che destabilizzano il lettore con l’effetto di non avere idea di quale sia la verità e di continuare a domandarsi cosa sia reale e cosa invece frutto della fervida fantasia di alcuni narratori.

Per quanto riguarda il film, invece, costumi e scenografie sono spettacolari e l’interpretazione di Emma Stone merita i premi che ha ricevuto; eppure dalla pellicola io continuo a ricavarne fastidio. Visto al cinema appena uscito, avevo ipotizzato che difficilmente sarei riuscita a rivederlo anche solo per una seconda volta: in effetti, ho provato a farlo ora che è uscito su Disney+ e confermo che ho dovuto spegnere dopo qualche istante perché avevo una sensazione di disgusto.

Non credo di essere l’unica, visto che al cinema alcune persone hanno persino abbandonato la sala. A me credo sia capitato solo per alcuni horror (che non vedo per questa ragione): sebbene “Povere creature” non mi sembri così tanto horror, mi nausea…

Il mio consiglio: leggete prima il romanzo

povere creature

Se dovessi dare un consiglio a chi non ha ancora né visto il film né letto il romanzo, suggerirei di leggere prima il libro (per approfondire clicca QUI). Avendo fatto il contrario, nella lettura sono stata troppo influenzata dal film e non sono in grado di dare un giudizio oggettivo su alcune cose: per esempio, non so dire se Bella era esattamente come poi l’ha interpretata Emma Stone o se Emma Stone è stata così brava da rendere Bella come l’ha interpretata lei…

Ad ogni modo, a differenza di molte recensioni, io non ho trovato il romanzo né horror né gotico, bensì molto ironico, vittoriano e grottesco. Di gotico, invece, è stato caricato il film, che ho trovato più splatter che horror (non so se splatter sia il termine tecnico corretto, ma credo che sia comprensibile :)), e fin troppo erotico (eccessivamente a mio avviso!)

Povere creature, il libro

Chi è veramente Bella Baxter? Con questa domanda si apre la trama in quarta di copertina del romanzo “Povere creature”. Perché?

Perché la narrazione gira attorno al racconto della sua storia da differenti punti di vista, che sono fondamentalmente quelli dei tre uomini della sua vita: Godwin Baxter, il creatore di Bella o il suo genitore, che dir si voglia; Archibald MacVCandless, narratore principale, innamorato perso di Bella e suo promesso sposo; Duncan Wedderburn, l’eccentrico, spendaccione, Don Giovanni con cui Bella sceglie di scappare per conoscere la vita e l’amore.

Il punto di partenza è l’incontro tra due medici: MacCandless, figlio di contadini spiantati che studia grazie a sussidi e borse di studio, e Baxter, figlio illegittimo di un facoltoso medico della città, di un’intelligenza sopraffina e di aspetto mostruoso. Dal padre, Baxter ha ereditato una pratica medica, che lo rende capace di mantenere in vita le cellule di un corpo, anche quando il resto ha smesso di funzionare. È in questo senso che Bella è la sua creatura, perché pare sia il prodotto del corpo di una donna di 25 anni suicida, a cui viene impiantato il cervello di un bambino mai nato.

Così ecco che conosciamo in principio una Bella infantile, che non sa scrivere, parla male, cammina come un neonato e chiede di saperne di più , di avere più passato.

Sono solo una mezza donna Candle, meno di mezza, non avendo un’infanzia, la parte di vita in cui trasciniamo nubi di gloria. Non ho avuto un’adolescenza-fatta-di-zucchero-e-spezie-e-tutte-le-cose-belle, non ho avuto una giovernù-piena-dei-sogni-di-gloria-del-primo-amore. Un intero quarto di secolo della mia vita è svanito, crash bang. Così i pochi piccoli ricordi di questa vuota Bell tintinnano fanno clink clank, squillano rimbombano sbatacchiano fanno din don suonano risuonanodetonano vibrano riverberano echegiano in questo povro cranio vuoto con parole parole parole paroleparoleparoleparoleparoleparole che cercano di trasformate il vuoto in molto ma non ci riescono. Ho bisogno di più passato

Bella allora lascia tutti. Godwin che l’ha creata per soddisfare il bisogno di avere una donna accanto a sé MacCandles che invece la vuole come moglie, infantile, santa e pura. Bella non ci sta e va a conoscere il mondo, nel bene e nel male.

Scopre il sesso, il piacere, le ingiustizie, le disuguaglianze, le differenze tra ricchi e poveri, un mondo ingiusto che vorrebbe cambiare ma non sa come e tutti le dicono che non è possibile. Insomma, come racconta God a un certo punto, Bella si forma una coscienza e più lo fa più diventa capace di raccontare e raccontarsi, di scrivere e narrare, fino al momento in cui è pronta per tornare e affrontare la verità sul suo passato.

Dal punto di vista femminista

Dal punto di vista femminista, la storia di Bella è prodigiosa. Abbattendo muri, moralismi e dogmi, Bella si prende la sua vita come la vuole e non come la raccontano gli altri.

In effetti, è rappresentativo come la sua storia venga sempre raccontata dal punto di vista altrui, sempre maschile. Anche quando è Bella a inviare una lettera a God e MacCandless, quello che è scritto viene filtrato da God, che lo riassume a MacCandless. Mi sembra chiaro il significato: la storia delle donne è sempre filtrata dal punto di vista maschile, che le raccontano come le vogliono.

Eppure alla fine, sorpresa delle sorprese, è Bella a chiudere, con una lettera in cui rivela il suo punto di vista, che ribalta tutto raccontandoci chi è davvero e svelandoci il suo bel caratterino, anche un po’ antipatico. La sua versione è dovuta e le azzera tutte… Anche se il dubbio che sia quella definitiva resta e si consolida ancora alla fine.

Il bello del romanzo è questo: alla fine nessuno sa chi è Bella, seppure pensino di sapere la verità.

Povere creature, il film

Il finale, nel film, è leggermente differente. Qualcuno mi aveva detto esserlo completamente, per me non così tanto. Devo dire che ho apprezzato alcune varianti apportate nel film, anche se l’indeterminatezza del romanzo ha il suo perché.

Ho trovato il film troppo, in molti sensi: troppo sangue, troppo sesso, troppe luci alla fine, troppo eccessive alcune scene. Nel libro tutto questo non c’è, il romanzo è più delicato, c’è più sottinteso, le cose sono come meno urlate.

Per me vince a mani basse il libro.

Cosa non mi ha convinto

Credo che sia stata l’eccessiva aspettativa. Mi aspettavo un capolavoro, ma per me non lo è. Ripeto, si tratta di un bel libro, godibile, piacevole, ma non andrei oltre. Certo che lo consiglio, ma ridimensionando l’attesa.

Lo avete letto? Cosa ne pensate?


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