Giovani di oggi contro genitori, virtuale contro reale, dinosauri contro ingenui. Tema caldo quello proposto martedì 29 gennaio all’Agorà di Cernusco sul Naviglio (MI): educare i figli nell’era digitale. Un argomento così sentito, contingente e urgente, che il teatro di via Marcelline traboccava di pubblico, al punto che si è reso necessario aggiungere sedie nella sala conferenze.  

L’evento, ideato dall’Istituto Aurora Bachelet, è stato esteso a diverse realtà del territorio, la Scuola dell’Infanzia Suor Sorre, la Comunità Pastorale Famiglia di Nazaret, passando per i Comitati Genitori degli Istituti Comprensivi Margherita Hack e Rita Levi Montalcini, nonché l’associazione A3B e il Centro Culturale Newman. Tutti si sono riuniti per ascoltare qualcuno che ne sa sicuramente più di loro, sperando di trovare soluzioni all’annosa problematica: come possono i genitori di oggi comprendere a fondo il mondo digitale in cui sguazzano i loro figli?

A parlare davanti alla platea tutta orecchi, Luigi Ballerini, psicoanalista e scrittore, autore di romanzi per adulti e ragazzi e di saggi, uno dei quali proprio sulla questione: “Né dinosauri né ingenui“, edizioni San Paolo.  

Chi pensa che i giovani di oggi siano peggio di quelli di ieri, è vecchio”

LUIGI BALLERINI

“Chi pensa che i giovani di oggi siano peggio di quelli di ieri, è vecchio”. Così ha iniziato Ballerini, affrontando con leggerezza e simpatia la questione. “Come fare a vivere in un’epoca così dominata dal digitale? Uso una risposta di Papa Francesco: come un portiere di calcio, che sa che la palla arriva ma non sa da dove e come. In poche parole, siamo nel 2019, ci tocca vivere nel 2019, con ciò che questa epoca ci offre. Il digitale c’è, i nostri figli sono nativi digitali. Questo è un dato di fatto”. 

Lo psicoterapeuta ha in un certo senso rimproverato i genitori, “dinosauri” spaventati, ricordando come la generazione odierna sia nello stesso tempo la più controllata e la più abbandonata a se stessa. Controllata a causa dei telefonini, con cui i genitori sanno sempre dove sono e cosa fanno, più abbandonata perché in rete di fatto si è soli e il controllo è piuttosto eludibile. 

Cosa fare dunque. “Il controllo non basta e controllare non vuol certo dire educare – ha chiosato – i genitori devono imparare ad agire in maniera differente, lavorando sull’offerta. Il reale vince sul virtuale. Bisogna quindi offrire ai ragazzi una vita piena di cose vissute, di rapporti, amicizie vere, di cose da fare. Un reale che permetta loro di scoprirsi, in modo che quando si troveranno in rete soli saranno capaci di scegliere per il meglio”.  

Controllare non vuol dire educare

LUIGI BALLERINI

Tantissime le domande dei genitori, che hanno portato la loro esperienza, dimostrando che le parole di Ballerini non siano certo difficili da mettere in pratica. Qualcuno ha ricordato esperienze tragiche, come quella di Igor Maij, 14enne morto a causa di un gioco fatale della rete. Soluzione vere e uniche forse non ce ne sono, ma “Non dobbiamo fare in modo che sia la paura a guidarci – ha concluso Ballerini – Dobbiamo purtroppo avere anche la certezza che c’è una parte importante che tocca a noi come genitori, ma anche una parte imponderabile che dipende dai singoli”.

Articolo pubblicato su In Folio dell' 1 febbraio 2019

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