Piccole meraviglie salvavita: l’odore delle pagine dei libri appena comprati e quello dei libri vecchi, il profumo dell’erba tagliata e la sensazione di libertà che si sente camminando a piedi nudi su un prato. Le urla dei bambini in lontananza e gli abbracci di felicità quando segnano un goal alla squadra avversaria.
Sono seduta ai piedi di un grosso albero, ho tolto le scarpe e leggo.
Leggo “Come la Madonna arrivò sulla Luna”. Mancano poche pagine alla fine, sono commossa e sento una strana nostalgia.
Sapete, penso che la meraviglia stia sempre nelle piccole cose, ad esempio nell’essere convinti che qualcosa impossibile sia, al contrario, pienamente possibile. Come fanno Ilja eDimitru in questo romanzo, convinti che la Madonna, “assunta in cielo con il suo corpo” (secondo le parole del Papa) sia la vera motivazione per cui lo Sputnik (primo satellite artificiale in orbita attorno alla Terra) sia stato inviato nello spazio. E proprio la meraviglia delle loro convinzioni, rende altrettanto meraviglioso questo romanzo.
La storia è ambientata nell’Europa dell’Est, per l’esattezza a Baia Luna, un piccolo paesello della Trasmontania, che viene travolto dagli avvenimenti storici in due differenti maniere: una composta di fatti reali, l’altra da follie, strane credenze, convinzioni popolari, leggende gitane e strane visioni. C’è la storia, c’è un giallo, ci sono i “neri” (i rom), c’è il razzismo e l’amicizia, l’amore e la vita in questo romanzo che fa ridere e commuovere al tempo stesso.
I personaggi sono indimenticabili: c’è Pavel, il protagonista, figlio del bottegaio del paese, che, dopo una strana catena di avvenimenti, decide di indagare su fatti più grandi di lui; ci sono Ilya, il nonno, e l’amico Dimitru (il “nero”) che insieme compiranno uno stravagante viaggio. Ma ce ne sono tantissimi altri che contribuiscono a creare un romanzo corale, anche se narrato da un solo punto di vista.
Tutto ha inizio con la notizia che i russi hanno spedito in orbita la cagnetta Laika e prosegue secondo due filoni: quello folle di Ilya e Dimitru che filosofeggiano sulla luna e sulla Madonna e quello concreto che riguarda alcuni strani fatti, della scomparsa di un’insegnante alla morte del parroco e della perpetua. Questi due filoni riescono a restare magicamente legati, viaggiano insieme alla perfezione e contribuiscono a creare un’atmosfera magica nonostante gli argomenti trattati siano piuttosto delicati e seri.
Capita raramente che un romanzo sia capace di far sorridere, commuovere, ridere e far restare a tratti sbigottiti per la fervida immaginazione dei protagonisti e, soprattutto, di chi l’ha scritto. “Come la Madonna arrivò sulla Luna” lo fa e alla fine ti colpisce dritto al cuore.
Consigliato? Ma certo che sì!