Miss Peregrine e i racconti degli speciali
Avevo letto “Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali” nel 2017 con lo scetticismo di chi non ama particolarmente il genere: pazzesco ora pensare che li amo al punto da averne persino scritto uno (ma questa è un’altra storia, una storia che presto vi racconterò!)
Quella di Miss Peregrine è la saga fantasy di Ransom Riggs che mi ha fatto innamorare follemente del genere. Ma di un modo di fare fantasy unico, senza folletti, gnomi, vampiri ed elfi, ma con un manipolo di esseri viventi senza dubbio frutto di fantasia, ma decisamente possibili nella loro impossibilità.
Non sapevo allora che il primo libro della saga era solo un assaggio, perché gli altri due sono davvero eccelsi: “Hollow City” e “La biblioteca delle anime” sono dei veri gioielli. In particolare ho amato il terzo, che trovo sia il perfetto coronamento di una trilogia che potrebbe benissimo chiudersi qui, dal momento che chiude un ciclo perfetto di crescita e scelte del protagonista, Jacob Portman.
Il quarto e il quinto romanzo non li ho ancora letti. La mia recensione si ferma a “La biblioteca delle anime”, ma sono certa che, dopo avervi dato qualche assaggio, come me, non potrete fare a meno di immergervi nei racconti degli speciali.
Le trame della saga di Miss Peregrine
La fortuna di leggere i romanzi delle saghe anni dopo l’uscita è che ne puoi leggere uno dopo l’altro a perdifiato. E questo lo consiglio a chi ancora non conosce Miss Peregrine, perché le vicende sono così colme di suggestioni, di rimandi, di richiami, che leggerli tutti uno via l’altro permette di non perderne nemmeno un tassellino.
Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali
Il protagonista delle vicende narrate è Jacob, un ragazzo americano apparentemente normale, il cui nonno Abe è l’unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi.
Il nonno ha sempre raccontato storie di avventure fantastiche animate da personaggi strani e affascinanti che gli mostra addirittura attraverso delle vecchie foto ingiallite, che ritraggono personaggi strani e a tratti inquietanti.
Quando il nonno muore sussurrando strani e confusi messaggi, Jacob decide di attraversare l’oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all’orrore della Seconda guerra mondiale.
Jacob scoprirà che nei racconti del nonno c’era la verità e molto di più. Incontrerà bambini con doti speciali, che li rendono affascinanti e fragili al punto da doversi nascondere dal mondo normale, all’interno di un anello temporale, un brandello di spazio e tempo che si ripete immutato ogni 24 ore da circa 50 anni e li tiene così in vita.
A guidare questo manipolo di ragazzi stravaganti, la loro Ymbryne Miss Peregrine, donna con l’abilità di trasformarsi in un corvo pellegrino e che, come tutte le sue simili, è in grado di controllare e manomettere il tempo.
Ma il mondo degli speciali è in pericolo, e Jacob si troverà così coinvolto in strane avventure, durante le quali scoprirà molto sulla vita del nonno e soprattutto su se stesso.
Hollow city
Al termine del primo libro, i ragazzi speciali e Jacob si trovano a dover fuggire dall’anello temporale che li ha protetti fino a quel momento.
Non solo, Miss Peregrine è ferita e non riesce a recuperare le sue sembianze umane. Per farlo ha bisogno delle cure e dei poteri di un altra Ymbryne, che secondo quando i bambini speciali sanno, sono tutte state rapite da spettri e vacui, i mostri con cui dovranno avere a che fare in un lungo viaggio verso la verità: insieme a Jacob, come nel primo, la bella Emma Bloom, ragazzi capace di accendere il fuoco con le mani.
I piccoli attraverseranno vari anelli temporali, diverse epoche, incontreranno nuovi amici e si troveranno continuamente sotto il fuoco nemico degli spettri.
Quando finalmente arriveranno a destinazione, quello che sembravano sapere sulla loro Ybmbrin si rivelerà tutto fuorché scontato e Jacob, che stava già pensando di rientrare a casa e alla normalità resterà per salvare i suoi amici. Del resto, Jacob sa ormai di non essere un ragazzo normale e di avere lo stesso potere di suo nonno, un potere che potrebbe essere fondamentale nel salvare la vita di tutti.
La Biblioteca delle anime
E con questo terzo romanzo, a mio avviso, l’autore di questa saga supera se stesso. In questo terzo libro Jacob ed Emma si troveranno soli a intraprende un rocambolesco viaggio per salvare i loro amici Speciali tenuti prigionieri in una fortezza apparentemente inespugnabile dove si svolgono folli esperimenti.
I ragazzi si lasciano alle spalle la Londra moderna per infilarsi nei vicoli labirintici di Devil’s Acre, i bassifondi più abietti dell’Inghilterra vittoriana: sarà proprio qui che il destino dei ragazzi Speciali di ogni luogo ed epoca dovrà essere deciso una volta per tutte.
Miss Peregrine tra il simbolico e il reale: fantastico ma non solo
Le storie di questa saga sono uniche e originali. E questo per un fantasy mi sembra tutto fuorché scontato. Ci sono poi tutta una serie di simbolismi e parallelismi: l’autore ha utilizzato il genere fantasy per rendere fantastici temi ostici, quali, partendo dall’inizio, la guerra e lo sterminio degli ebrei.
Inoltre, è una saga con un fortissimo potere educativo e formativo, soprattutto perché i ragazzi, sebbene abbiano la guida delle Ynbrine, vengono sempre lasciati liberi di scegliere e si trovano a dover compiere lunghi viaggi totalmente soli, facendo affidamento solo sulle loro uniche risorse (a me, questo fatto, sembra piuttosto reale, non trovate?).
Tanti i temi affrontati: l’amicizia, la diversità, l’esclusione, la guerra, la scoperta della propria unicità, dei talenti, delle proprie forze, dei mostri che popolano la nostra anima, della guerra interiore che ognuno combatte.
Tutto cominciò con una fotografia
A rendere il tutto più avvincente, le foto che accompagnano la narrazione. La questione a cui mi piace davvero tanto pensare è come sia nato questo enorme successo. Pare, infatti, che l’autore volesse raccogliere in un libro le sue cartoline da collezione. L’editore, Quirk Books, ha suggerito di utilizzare le foto come guida per un racconto, così Rigg è andato a caccia di collezionisti che gliene hanno presentati altri, fino a mettere insieme le foto perfette per scrivere una saga che ha fatto il giro del mondo.
Lo trovo incredibilmente affascinante.
Con “La Biblioteca delle anime” il cerchio si chiude
Tra tutti, il romanzo che mi ha più stregato è stato l’ultimo. Riggs riesce davvero a chiudere i cicli e a dare risposta a una serie di domande rimaste aperte.
Trovo che il secondo sia un romanzo di passaggio, benché probabilmente necessario alla storia: i ragazzi compiono un lunghissimo viaggio, carico di colpi di scena, in cui le ambientazioni cambiando repentinamente e spesso. Quello che manca davvero sono le spiegazioni, le riflessioni, un colpo di scena che fermi la narrazione e dia al tempo al lettore di comprendere.
Nel terzo tutto trova un senso. Jacob scoprirà il potere del suo dono e deciderà come vivere: tra i normali o gli speciali?
Consigliato, certo! A tutti coloro che hanno voglia di realtà, ma raccontata in maniera fantastica.
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