Vi siete mai chiesti quale sia la ricetta del romanzo perfetto? Che caratteristiche e ingredienti deve contenere un libro per essere considerato imperdibile?

Prima di tutto da lettori: al di là dei gusti individuali, un romanzo che strega il suo pubblico ha una serie di caratteristiche ferme, non trovate?

E poi, ovviamente, rivolgo la domanda anche agli scrittori: chi non vorrebbe scoprire la formula magica che crea il romanzo che tutti gli editori vorrebbero stampare e tutti i lettori comprare?

Il romanzo perfetto

Ho provato a ragionarci e a fare delle ricerche.

Il romanzo perfetto secondo Paolo Roversi

Nel 2016, il giornalista e scrittore Paolo Roversi, nel suo blog, ha pubblicato un articolo in cui suggerisce 5 regole per scrivere il romanzo perfetto.

Per Roversi, a rendere un romanzo perfetto sono:

  • la trama (che deve essere riassumibile in 10 righe);
  • la scaletta (suddividere l’azione in capitoli e scene);
  • il trattamento (ovvero il riassunto quanto più chiaro di ogni capitolo);
  • la stesura:
  • la revisione.

Mi trovo d’accordo. Ma questi punti li considero utili dal punto di vista della tecnica, cioè: step importanti per darsi delle regole, diciamo. Non mi dicono nulla, però, su cosa deve contenere il romanzo perfetto.

Per esempio, dal punto di vista delle emozioni che deve scatenare. Soprattutto perché, per quanto sappia che scrivere un romanzo sia un “lavoro”, resto anche convinta che sia un viaggio emotivo, per chi legge come per chi scrive.

Il romanzo perfetto secondo IoScrittore

Continuando nella ricerca, mi piacciono molto i consigli che ho trovato sul blog di IoScrittore, famoso torneo letterario del Gruppo Mauri Spagnol.

Il consiglio è rivolto a chi scrive e suggerisce di rileggere il romanzo dal punto di vista del lettore (banale ma non così scontato), ma anche:

  • come un musicista: rileggendo il testo ad alta voce, scrivono “Deve emergere il ritmo del racconto, parola dopo parola, frase dopo frase, paragrafo dopo paragrafo”;
  • come un regista: perché “Il bravo narratore si riconosce dai dialoghi, che sono tra le cose più difficili da scrivere”;
  • come un investigatore: perché “il lettore cerca indizi” e “la storia che racconti deve resistere all’interrogatorio più minuzioso”;
  • come un correttore di bozze: per cercare errori, refusi, ripetizioni e quant’altro.

Bei consigli… ma ancora una volta, si parla della tecnica. Utilissima, ma non penso che sia sufficiente, anzi. Certo un’ottima base di partenza, ma il resto?

Il romanzo perfetto secondo Stephen King

Alla ricerca di consigli utili, ritroviamo tutta una serie di parole scritte dagli autori più celebri: mi vengono in mente, per esempio, “Lezioni americane” di Calvino, “Esercizi di stile” di Queneau, “Story” di Robert McKee. O, ancora, “Appunti sul noir” di Ray­mond Chand­ler, se volessimo concentrarci sul romanzo perfetto di una specifico genere.

Tra questi, spicca nella mia mente Stephen King e il suo “On Writing: Autobiografia di un mestiere. Bellissimo perché parla in prima persona, spiegando come lui stesso sia diventato scrittore.

Dei suoi 20 consigli me ne piacciono moltissimo alcuni, che combaciano alla perfezione con il mio modo di vedere la scrittura:

  • SCRIVETE PER VOI STESSI, POI PREOCCUPATEVI DEL PUBBLICO: vi diranno il contrario, moltissime volte. Per vendere un libro, dovete scrivere quello che il pubblico vuole. Che tristezza, no? Diciamo che l’equilibrio tra le cose è quel che ci vuole e King lo spiega alla perfezione.
  • Suggerisce, infatti, nella prima fase di scrittura di raccontare la storia a voi stessi. Di ascoltare, poi, attentamente le critiche. Se tutti dicono la stessa cosa su qualche aspetto della storia, forse, hanno ragione: allora cambiatela.  Ma se tutti – o quasi tutti – criticano qualcosa di diverso, allora potrete tranquillamente ignorarli.
  • NON SIATE OSSESSIONATI DALLA GRAMMATICA PERFETTA. Wow, che liberazione. No? “Scopo della narrativa – scrive King – non è la correttezza grammaticale ma far sentire a proprio agio il lettore e raccontargli una storia“.
  • LA MAGIA E’ DENTRO DI VOI. La radice di una buona parte della cattiva scrittura, tenetevi forte, è la PAURA. Dal mio punto di vista, la paura di scrivere male, di scrivere qualcosa che non piaccia, di non farcela a farsi leggere o farsi pubblicare.
  • LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE. Che meraviglia, non farei altro…
  • RIMANETE FEDELI AL VOSTRO STILE
  • SCAVATE: “Le storie sono come reperti storici, parti di un mondo non ancora scoperto. Il compito dello scrittore è estrarle con cura, utilizzando gli attrezzi migliori a sua disposizione.
  • CORREGGETE: “Se non avete riempito il vostro manoscritto di correzioni significa che siete stati pigri. Solo Dio ci azzecca al primo tentativo

Il romanzo perfetto secondo Penna Blu

I consigli di King mi piacciono moltissimi. Ma continuo a chiedermi cosa rende un romanzo speciale davvero.

Continuando a cercare, mi sono imbattuta in un articolo di Penna blu. Secondo Penna Blu, a rendere un romanzo speciale sono:

  • una storia forte;
  • personaggi caratterizzati;
  • stile coinvolgente;
  • scrittura che richiama un senso di nostalgia.

Bello, sono d’accordissimo. Ma mi manca ancora qualcosa. Manca sempre l’emozione. Come il pizzico di sale nella farina quando si cucinano le torte, quel correttore di sapidità che per quanto apparentemente insignificante può cambiare tutto.

Ma esiste la ricetta per il romanzo perfetto?

Nel continuare a cercare, mi sono alla fine fatta la domanda a mio avviso giusta: non “qual è la ricetta?” ma “esiste la ricetta” del romanzo perfetto?

Difficile a dirsi, perché, come diversa è l’esperienza di lettura (ognuno di noi legge in un certo modo, cerca storie scritte in un certo modo ecc) è diversa l’esperienza di scrittura: tendenzialmente, quello che ci piace in un romanzo, che vorremmo trovare come lettori, tendiamo a riprodurlo come scrittori, no?

Un romanzo indimenticabile

Per esempio, da lettore, ecco quali sono gli ingredienti che rendono un romanzo indimenticabile dal mio punto di vista:

  • una storia originale e coinvolgente;
  • personaggi caratterizzati, particolari, misteriosi, che si svelano lettura facendo;
  • una scrittura fluida, semplice ma anche ricca di parole e modi di dire inusuali, qualcosa che si lascia ricordare: uno stile unico, insomma;
  • parole e frasi che fanno riflettere, da sottolineare e annotare come insegnamenti;
  • tanti piccoli colpi di scena e un finale inaspettato davvero.

Tutti aspetti che cerco di adottare quando scrivo e che ho adottato nel mio romanzo, “L’amore sublime“. Perché come potrei pretendere di leggere un romanzo perfetto, se io stessa non tentassi di scriverne uno a mia volta?

Ma questa ricetta… esiste o no?

In questo articolo, la domanda è generica e resta sul piano ideale. Si base sull’idea che un romanzo già contenga gli elementi essenziali, regole affinché il romanzo e la storia funzionino. La domanda è più concettuale, diciamo.

Secondo me, la ricetta per il romanzo perfetto non esiste. O meglio, ne esiste più di una. Proprio come esistono decine di gusti dal punto di vista del lettore. E dal punto di vista dell’editore, che sceglie se pubblicare o meno un romanzo.

Per esempio. Lo sapete che “Harry Potter” è stato letto e rifiutato da innumerevoli case editrici prima di essere comprato e pubblicato dalla Bloomsbury? Lo bollavano come “troppo lungo per essere un libro per bambini”

Qualcuno non deve averlo ritenuto perfetto, ma quella saga che tutti conosciamo, poi, ha registrato numeri da capogiro: 7 romanzi pubblicati, 450 milioni di copie vendute, tradotta in 73 lingue… contro 20 case editrici che rifiutarono la pubblicazione. Pazzesco.

E volendo restare in Italia. Anche “Tre metri sopra il cielo” venne ignorato dalle case editrici. L’autore, Federico Moccia, inizialmente fu costretto a pubblicarlo a sua spese con una piccola casa editrice. Il passa parola fu tale che nel 2004 viene ristampato dalla Feltrinelli.

Di storie del genere ce ne sono moltissime e dimostrano che la perfezione è soggettiva. E spesso, è una questione di fortuna che chi ti legga comprenda la forza di ciò che hai scritto. Per i romanzi vale la regole del “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace“.

Siete d’accordo? Cosa rende per voi un romanzo perfetto?

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