“Good luck girls” di Charlotte Nicole Davis mi ha rapita: le prime righe sono bastate a stregarmi, il resto a conquistarmi. Un fantasy western, qualcosa che non avevo mai letto prima, un accostamento che mi sembrava improbabile prima di oggi…
Catapultati nella storia fin dalla prima pagina: la trama di “Good luck girls”
Le prime pagine di “Good luck girls” catapultano il lettore direttamente nella storia. Siamo nella casa di benvenuto di Mama Fleur, a cui le ragazze vengono vendute ancora piccolissime, diventando presto ragazze della Buona Fortuna, prostitute, marchiate con un tatuaggio maledetto, e condannate a una vita di paura e soprusi.
Clementine sta per compiere 16 anni e si prospetta la sua prima serata con un ganzo. Accanto a lei la sorella maggiore Aster, che guarda con immenso dolore la sorellina mentre sta per ripercorrere i suoi passi: Clem sta per rendersi conto della vita oscura che le sue compagne hanno intrapreso prima di lei.
Ma qualcosa va storto: quando si trova sola con il ganzo, Clementine cerca si sottrarsi alla sua violenza, a cui lui reagisce cercando di soffocarla. La giovane si difende e lo uccide per legittima difesa.
Inizia cosi una disperata fuga verso la salvezza. Con Clementine, oltre ad Aster, Tansy e Mallow, amiche della prima, e Violet, una delle ragazze più grandi, considerata la cocca di Mama Fleur, mai stata gentile con nessuna di loro.
Quella che inizialmente sembra solo una fuga, si trasformerà presto in un viaggio alla ricerca della libertà, della giustizia e della vendetta, in un mondo che ha sempre negato loro ogni diritto.
Per salvarsi per sempre ed essere davvero libere, le cinque ragazze dovranno trovare Lady Ghost, l’unica in grado di togliere il loro simbolo maledetto. Non sanno pero se Lady Ghost esiste davvero, potrebbe essere solo una leggenda tramandata da una ragazza della Buona fortuna all’altra…
Ma un simbolo non solo ti marchiava a vita come proprietà di una casa di benvenuto. Era anche stregato. Se una ragazza lo copriva, con il trucco o un foulard o qualcos’altro, l’inchiostro diventava rovente e brillava come il ferro in una fornace. Prima rosso, poi arancione, poi giallo e infine bianco. Il dolore era insopportabile per qualche minuto, poi fiaccava anche la ragazza più forte e ci volevano ore per riprendersi
Un western fantasy perfettamente reale
Il viaggio delle cinque amiche si svolge in un contesto descritto in perfetta chiave western. Ad aiutarle, un ranger misterioso, Zee, che nasconde un segreto ma conquista la fiducia delle giovani. Incontreranno politici corrotti e possidenti terrieri spietati, dormiranno nelle miniere al limitare di città fantasma.
Se vi state domandando dove sta il fantasy, è presto detto: insieme a gendarmi e fuorilegge, sulle loro tracce si mettono gli aguzzini di Mama Fleur, esseri che hanno venduto la loro anima e sono in grado di infliggere terribile sofferenze fisiche e psicologiche solo con lo sguardo, e gli spiriti, in particolare i vendicanti, “spiriti generati dalle vibrazioni di ira e angoscia che un’anima tormentata emette subito dopo la morte“.
Ma non solo, le venature fantasy sono tante, seppure questa storia potrebbe essere inserita in un contesto perfettamente reale. Davvero davvero originale.
Temi attuali e forti in “Good luck girls”
Ho notato con dispiacere che questa uscita in Italia e passata un po’ sotto traccia. E me ne dispiaccio, perché ho trovato “Good luck girl” davvero bello e avvincente.
Anche le tematiche trattate sono degne di nota: il trauma e l’istinto alla sopravvivenza che prevale su tutto, la forza dell’amicizia, l’accettazione di ciò che si è, la diversità, la menzogna e la speranza, sempre più forte della prima. E poi il centro della vicenda, che è senza dubbio attualissimo: donne che vengono trattate come merce di scambio e di divertimento che si ribellano e cercano il modo per essere davvero libere e felici.
Mix di fantasy e realtà: adoro!
Creando un mix tra fantasy e realtà, la Davis ci catapulta in atmosfere dense di tensione e adrenalina e allo stesso tempo permette al lettore di riflettere sulle condizioni di chi è più debole, spesso più povero e rischia la vita anche solo per sfamarsi.
Il ritmo è sostenuto e la storia non si ferma mai. Fino alla conclusione, che per ovvie ragioni non posso raccontare… anche se morirei dalla voglia di farlo perché, contrariamente alle recensioni che ho letto, quello che le cinque ragazze trovano alla fine del loro viaggio è davvero bello e toccante.
Il romanzo in realtà non e auto-conclusivo, sebbene la storia potrebbe anche concludersi cosi. Restano pero alcune cose in sospeso, che non vedo l’ora di conoscere nella prossima uscita.