“Il castello incantato di Olia” è un dolcissimo romanzo fantasy middle grade, edito in italia da Rizzoli, che parla di famiglia, amicizia, fiducia in se stessi e capacità di credere nei messaggi che il nostro cuore ci manda.
Quest’anno ne avevo bisogno davvero, e a dicembre mi sono regalata la lettura di due favole che fanno bene al cuore: la prima è stata “D. Storia di due mondi“, particolare e simbolico racconto dedicato al 150esimo anniversario dalla morte di Charles Dickens; la seconda questa fiaba scritta da Sophie Anderson, scrittrice particolarmente nota all’estero, candidata alla Carnegie Medal (uno dei principali premi inglesi di letteratura per ragazzi) con “La casa che mi porta via” (che voglio assolutamente recuperare).
Trama “Il castello incantato di Olia”
“A volte la mente nega quello che il cuore vede. Ed è facile dimenticarsi della magia se dubiti che esista”
pag. 83
Magnolia è una 13enne che tutti chiamano Olia, che vive con la sia famiglia a Castel Mila, una dimora storica, affacciata su un grande lago, fatta con tronchi di pino e sormontata da cupole splendenti, dove da sempre la ragazzina è certa di scorgere luci magiche.
La sua nonna, Babusya, glielo ripete continuamente, che le cupole brillano perché sono piene di magia e sebbene ci sia una parte di Olia che le crede, la parte più razionale sa che nulla di eccezionale è mai accaduto.
Ma la famiglia di Olia è tutt’altro che “normale”, dal momento che discende da re, regine e principi che governavano anni prima vivendo nel castello. E proprio quando il castello sta per compiere 500 anni, e gli abitanti del villaggio si preparano a una grande festa, un vento inquietante si abbatte sull’edificio, facendone crollare una parte e annunciando una tempesta che rischia di raderlo al suolo, portando via con se anche tutti i ricordi della famiglia custodito in esso.
Sarà allora che, incitata dalla saggia nonna, Olia riuscirà a vedere un domovoi, uno spirito della casa, ometto dalle sembianze volpine che la guiderà ad attraversare una porta, accedendo a un mondo parallelo in cui è stata imprigionata la magia, che ora preme per liberarsi dalle cupole.
“Il castello incantato di Olia”: di famiglia e fiducia
“Il castello incantato di Olia” utilizza un linguaggio semplice e uno stile diretto per descrivere il viaggio della protagonista in un mondo fantastico, popolato da animali e figure molto particolari: alberi e gatti parlanti, spiriti d’acqua, cavalli volanti, giganti che non hanno più il corpo, stregoni piccolissimi dalla barba lunghissima e molto altro.
Molto affascinante ed evidente il richiamo alla tradizione folkloristica russa, utilizzando il quale l’autrice riesce comunque a tessere una storia che travalica i suoi stessi confini, trattando tematiche universali, in particolar modo quelle relative al ruolo della famiglia, delle proprie origini e dei ricordi.
Altre tematiche sono poi quelle della capacità di ascoltare il proprio cuore, del credere in se stessi e dell’apparenza che spesso inganna.
“Hai creduto così tanto nella possibilità di salire sulla Cupola del Sole e trovare qualcosa di magico, che hai cambiato tutto, Olia. La fede è una delle poche cose più potenti della magia“
pag. 97
Il lieto fine che scalda il cuore
Una storia onirica e fiabesca dalle atmosfere uniche e dai personaggi particolari, che sono originali ma allo stesso tempo richiamano favole del folklore che abbiamo già ascoltato.
E come ogni favola che si rispetti, anche qui un’importante morale, che ha a che fare con quella frase natalizia che ci sentiamo ripetere ogni anno: “Non conta cosa trovi sotto l’albero ma chi trovi intorno“.
Olia si troverà a fare un viaggio per salvare la sua casa, ma capirà che i ricordi e quelli della sua famiglia sono nel suo cuore e nel cuore delle persone che la circondano, non nelle cose materiali.
Una storia magica, dolce e tenera, che scalda il cuore e fa bene all’anima, come ogni favola che si rispetti.
Menzione speciale per le illustrazioni davvero davvero belle in bianco e nero che accompagnano il romanzo, realizzate da Saara Söderlund.
Il fantasy non è solo per ragazzini
Il fantasy non è solo per ragazzini. Ogni tanto anche noi adulti abbiamo bisogno di credere nella magia e di ricordarci che ci sono sentimenti che sono ancora più forti di ogni tipo di potere, come appunto la fede.
Libri come “Il castello incantato di Olia” ci riportano in quella dimensione in cui volerci bene era sufficiente e le cose importanti erano la famiglia e le persone a noi vicine riunite attorno al focolare. Non è un caso che Olia farà di tutto per salvare almeno la parte del castello dove si trova la cucina…
Questo dolcissimo romanzo fantasy middle grade ha portato a galla un pochino di nostalgia per un periodo della mia vita che non tornerà più, e una fitta di dolore per la consapevolezza di non averlo vissuto appieno (da bambini non ci si rende conto di quanto certe situazioni siano importanti e abbiano davvero valore). Nostalgia e dolori che noi adulti dovremmo tenere nel cuore e descrivere ai nostri figli affinché loro vivano come estremamente prezioso ogni momento attorno al focolare con la propria famiglia, ristretta o allargata che sia.