Quando ho letto l’ultima pagina di questo romanzo, ho pensato che deve esistere una casa su un mare celeste per ognuno di noi.
“La casa sul mare celeste” di TJ Klune rappresenta il dove, il come, il perché e il quando la vita di ciascuno acquista il vero senso, un romanzo dolce e pieno di frasi da appuntare, che consiglierei a tutti, ragazzi e adulti, anzi, soprattutto a questi ultimi, perché siamo noi le vittime schizofreniche di vite che non desideriamo, di pregiudizi e odio.
Trama “La casa sul mare celeste”
Hanno paura di quello che non capiscono. E la paura si trasforma in odio per ragioni che, sono sicura, sfuggono anche a loro. Visto che non capiscono i bambini ne hanno paura. E visto che ne hanno paura li odiano.
Protagonista de “La casa sul mare celeste” é Linus Baker, di professione assistente sociale, impiegato da 17 anni presso il Dipartimento della Magia Minorile, DMM. Linus si occupa di assicurarsi che gli orfanotrofi in cui vivono i bambini magici siano in buone condizioni e che dunque queste creature siano ben accudite. La vita di Linus e a dir poco piatta, vive solo in una casa solitaria, con la sua schiva gatta Calliope, e una vicina antipatica e burbera che non nasconde l’antipatia nei suoi confronti. Fino a quando…
Linus viene convocato dalla Suprema Dirigenza: verrà spedito per un mese sull’isola di Marsyays, dove dovrà accertarsi che l’orfanotrofio gestito da un certo Arthur Parnassus abbia i requisititi per rimanere aperto.
Linus parte, sebbene non si sia mai allontanato troppo dalla sua casa e dalla città. E quando arriva scopre che i bimbi ospitati sull’isola sono molto diversi da quelli che ha sempre incontrato. Inizialmente spaventato dalla loro diversità, manda rapporti metodici alla Suprema Dirigenza, fino a quando tutte le sue certezza vacillano e il sistema di regole a cui si e sempre affidato e che ha sempre ritenuto perfetto inizia pian piano a sgretolarsi.
La forza della tenerezza
L’umanità è così strana. Se non ridiamo, piangiamo o scappiamo dai mostri che cercano di mangiarci. E non devono nemmeno essere veri mostri. Possono anche essere quelli che creiamo nelle nostre teste. Non pensi che sia strano?
“La casa sul mare celeste” è una favola, piena di elementi magici, con uno stile di scrittura che catapulta il lettore in un luogo dove la diversità e luce. I temi trattati sono serissimi: la diversità, la paura di ciò che non si conosce, il bisogno sfrenato degli esseri umani di classificare e trovare una spiegazione alle cose, la discriminazione, l’emarginazione, l’amore e il vero senso dell’esistenza. Ma tutti sono trattati in maniera leggera, dolce, ironica, quell’ironia che fa ridere e commuovere al tempo stesso.
Il punto forte sono senza dubbio personaggi: i sei bimbi magici sono tutti stravaganti, descritti in modo così attento al dettaglio da renderli quasi reali, quasi possibili. La capacita dell’autore di fare affezionare il lettore a questi sei personaggi e davvero notevole, la tenerezza con cui si amano incondizionatamente, che a Marsyas hanno trovato una casa e una famiglia e non hanno intenzione di perderla. Poi c’e Arthur Parnassus, il direttore, stravaganti come i “suoi” bambini, anche lui nasconde un segreto, e Zoe, spirito della foresta, vera padrona dell’isola. E infine Linus, onesto e leale, veramente convinto che il sistema su cui si regge il mondo sia perfetto…
Altro punto di forza, i paesaggi, la descrizione dell’isola: pennellate nitide che disegnano davanti agli occhi del lettore un luogo meraviglioso, luminoso e perfetto.
Una favola che fa bene al cuore
Questo libro è una carezza, è il mare all’alba, nel leggerlo si sente l’odore di salsedine, la sabbia tra le mani, la dolcezza del cielo che si poggia sull’acqua. Questo romanzo fa bene all’anima perché fa credere che il mondo può essere davvero un posto migliore e che è davvero possibile cambiare le cose.
Potrebbe sembrare una storia adatta a un pubblico giovane, ma non è così; come tutte le favole, può essere letta a più livelli e dagli adulti, senza dubbio, acquista ben più valore: quanti adulti conosciamo le cui vite scorrono lente e mediocri, senza un vero senso? Quanti adulti conosciamo che hanno paura e odiano per questo?
Infine, sebbene “La casa sul mare celeste” sia un fantasy, la parte fantastica è pressoché irrilevante: Klune ha usato personaggi con caratteristiche magiche che potevano benissimo essere reali, ma tutti diversi per colore di pelle, attitudini, razze, credo, orientamenti ecc… La magia ha permesso di estremizzare i concetti per passare il messaggio che la diversità rende il mondo un posto migliore!