E’ finito il lockdown per tutti i librai italiani: dal 4 maggio, sono riaperte le librerie anche di Piemonte, Lombardia e provincia di Trento.
Si completa così in tutte le regioni la a graduale operatività delle librerie partita il 14 aprile anche nel resto d’Italia. E finalmente, anche noi lombardi, potremmo respirare odore di pagine e parole nelle nostre librerie preferite.
Dal canto mio, mi catapulterò molto presto da “Il Libro è“ di Lissone, di cui vi ho già parlato perché l’ho inserita tra i 5 luoghi del cuore da cui il Coronavirus mi ha tenuto separata e che mi mancano da morire.
Riaperte le librerie, anche “Il Libro” è di Lissone
Questa meravigliosa libreria nel centro di Lissone, ha una peculiarità, perché la sua anima di carta si sposa con quella di un negozio di abbigliamento, arredato come un delizioso salottino parigino. Di libri e caffè ne abbiamo visti a iosa, ma di libri e vestiti?
Ma non è solo questo, non è solo questa combinazione, ma quello che respiro quando varco la porta di questo luogo: mi si apre un mondo, fatto di pagine, di copertine bellissime abbinate ad outfit che è come se mi descrivessero le scene delle storie narrate nei romanzi. E’ come se un mondo immaginato prendesse forma.
E poi, c’è Valentina Chierici, la proprietaria, nata e cresciuta tra i libri: non solo una libraia, ma una perfetta padrona di casa che ti accoglie come se casa sua fosse la tua. Non potevo che intervistarla.
Intervista a Valentina de “Il Libro è”
Come è andata la riapertura della libreria?
Devo dire che è stato strano, ma bello. Abbiamo avuto una buona accoglienza: sia la mattina che il pomeriggio c’è parecchia gente che viene in negozio.
Ovviamente si entra due alla volta, per garantire le distanze di sicurezza, le persone devono indossare la mascherina e all’ingresso facciamo igienizzare le mani a tutti.
In molti hanno chiamato comunque per la consegna a domicilio; avevo pensato di farla un solo giorno a settimana, ma alla fine valuteremo volta per volta le singole emergenze o casi specifici.
A proposito di consegne a domicilio, come è andato il periodo di lockdown?
All’inizio non è stato facile. C’è stato un momento in cui abbiamo risentito della situazione, soprattutto sull’umore. Poi, non appena è stato possibile organizzarci per le consegne a domicilio, l’abbiamo fatto e allora abbiamo iniziato a tirare il fiato.
Come vi siete organizzati?
Le richieste sono state parecchie, almeno una ventina al giorno. Mi sono improvvisata anche consulente, perché a molti clienti davo consigli sui libri presenti in negozio. E’ stato strano, ma un’esperienza che ricorderò.
Non abbiamo fatto pagare le consegne, ma abbiamo chiesto un minimo di spesa di 20 euro, senza essere fiscali. A tutti, nel pacchettino, abbiamo inserito dei regali: un libro illustrato nel caso dei bambini, un libro sulla felicità per gli adulti o una mascherina chirurgica.
Devo dire poi che noi siamo fortunati, a differenza di molte altre librerie la nostra va molto bene. Non venivamo da periodi difficili, come in molti situazioni in cui questi due mesi sono stati dei colpi di grazia. Certo, questo perché si è trattato di qualche mese. Se la situazione fosse perdurata, magari fino a settembre come a un certo punto si è temuto, non so come sarebbe andata…
Che bello sentirti dire che la libreria va bene…
Sì, mi sento molto fortunata. Sarà che siamo un negozio storico o per il fatto che la mia famiglia vive da sempre tra i libri…
Merito anche del connubio abiti- libri?
In realtà, l’attività che fa da traino è sempre la libreria e non viceversa. Certo, il fatto di aver unito queste due realtà, ha portato clientela a entrambe: persone che vengono a trovarci per i vestiti hanno conosciuto la libreria e, viceversa, chi conosceva la libreria o viene per acquistare un libro, conosce il negozio di abbigliamento.
A proposito, tu e la tua famiglia avete una storia bellissima: ce la racconti?
Certo, sai che se mi chiedi di raccontare io non mio fermo più…
Sono cresciuta tra i libri. Già nel 1974 mio zio aveva una libreria a Lissone che si chiamava “Il Libro” e mia madre faceva la spola dai fornitori per ritirare i libri. Da uno di questi lavorava mio padre e lì si sono conosciuti.
Poi si sono sposati e l’anno in cui sono nata (nel ’78), mio padre voleva aprire una libreria a Sesto. Il caso volle che ci fosse già un progetto da parte di un cooperativa e così gli proposero di fare il responsabile. Io praticamente sono cresciuta in quella libreria.
E’ passato il tempo, sono cresciuta. Nel 2001, mentre lavoravo alla Fnac di Milano, si è liberato il negozio di fronte alla libreria di mio zio e ho deciso di acquistarlo. In quel momento, vinsi un bando di regione per il sostegno all’imprenditoria femminile e aprii un negozio di 150 mq, quello dove siamo ora: considera che quello di mio era di 50, un bel salto in avanti.
All’inaugurazione, il 6 aprile 2001, abbiamo avuto una madrina d’eccezione, Sveva Casati Modignani, che anni dopo ha pubblicato un libro dal titolo “6 aprile”. Sarà stato un caso sicuramente, ma a me piace immaginare che si sia ricordata di noi.
Come è nata l’idea di unire libri e vestiti?
Dopo 20 anni, ho sentito il desiderio di fare qualcosa di diverso. La folgorazione mi è arrivata quando sono andata a Sesto, nel negozio dove sono cresciuta che nel frattempo è diventato un negozio di abbigliamento, che c’è ancora e ha molto successo, “I love shopping”: la proprietaria abbinava vestiti ai libri, senza venderli, solo per arredamento. Ho subito capito che la mia strada era quella. Ho chiesto alla titolare di guidarmi, dal momento che non padroneggiavo il settore dei vestiti: Romina, molto gentilmente, l’ha fatto. E’ nata così la doppia anima de “Il libro è”, che a settembre compirà 2 anni.
Che tipo di abiti vendi?
Abiti e accessori di artigiani, cose particolari, che non si trovano nella grande distribuzione. Per esempio, abbiamo orecchini di carta, fasce fatte a mano, t-shirt realizzate da un ragazzo con stampe molto particolari. Per ora, però, a causa dell’emergenza, questa parte del negozio è ancora chiusa, ci concentriamo sui libri.
Esatto, tornando ai libri… c’è qualche nuova (o vecchia) uscita che consigli?
Non è facile, perché sono state posticipate moltissime uscite. Tra le ultimissime, c’è “La vita è un circo” di Magne Hovden o “Caffè Voltaire” di Laura Campiglio. Non li ho ancora letti, ma promettono bene.
Riaperte le librerie, un passo verso una nuova normalità
L’intervista a Valentina mi riempie di speranza. Il fatto che siano riaperte le librerie è bellissimo, ma affinché la situazione torni alla normalità ci vorrà ancora del tempo: molte uscite di libri previste per questi mesi sono state annullate, altre spostate nuovamente e, come tutti sappiamo, il settore non è certo in un momento florido.
Il 70% degli editori sta attuando o programmando la cassa integrazione e sono circa 21.000 i titoli in meno pubblicati nel corso del 2020. Le novità in uscita bloccate sono 12.500, 44,5 milioni di copie non saranno stampate e i titoli in meno da tradurre saranno 2.900.
Ma, come detto dal presidente dell’Associazione Librai Italiani aderente a Confcommercio, Paolo Ambrosini, il fatto che siano riaperte le librerie è “un passo in avanti verso la ripresa della normalità“.