Ho letto le ultime pagine del romanzo di Madeline Miller, Circe, in apnea: mi sentivo come scavata dentro, come se fossi stata Circe per tutto il tempo della lettura del romanzo e, a quel punto, ne stessi condividendo le sorti, non quelle divine, ma quelle che rendono la maga della mitologia tremendamente umana.

Tutta la mia vita non era stata che tenebre e abissi, ma io non ero parte di quelle acque scure. Ero soltanto una delle creatura che le abitavano.

CIRCE

Mi sento di dire, che questo è uno di quei romanzi che tutte le donne dovrebbero leggere. Avevo già detto questo di “Donne che corrono con i lupi” (leggi qui la recensione) e lo rinnovo per Circe: questi libri hanno in comune qualcosa di molto antico e profondo, qualcosa che a che fare con il nostro passato e gli archetipi, non solo femminili, ma direi universali. Credo sia questa la ragione per cui, leggendolo, si ha la sensazione di leggere la propria storia, perché in fondo lo è: Circe è la storia del mondo, è la storia di tutti noi.

Trama del romanzo

Entrai in quel bosco e la mia vita ebbe inizio

CIRCE
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Il romanzo racconta in prima persona la storia della Maga Circe. Se non l’abbiamo incontrata nei libri di scuola, ne abbiamo in qualche modo sentito parlare, anche solo utilizzato il suo nome per indicare qualcosa o qualcuno in grado di ammaliare, irretire, incantare.

Ma nel romanzo della Miller la Maga Circe emerge in tutta la sua meravigliosa essenza, tutto acquista una spiegazione e un senso e la figura femminile che viene tratteggiata è quella di una donna spaccata tra la sua natura divina e quella umana, invisa persino alla sua famiglia di divinità, che cerca disperatamente di piacere ai suoi simili, ma che solo quando comprende la sua vera identità inizia a vivere.

Circe, figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, è diversa fin dalla nascita: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi.

Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche.

In questo romanzo ritroviamo moltissime delle figure della mitologia, le cui storie ci vengono raccontate in maniera epica dalla Miller. C’è tutto: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia, guerre di potere, violenza, prepotenza, tenerezza. Circe avrà a che fare con l’ingegnoso Dedalo, il mostruoso Minotauro, la feroce Scilla, la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

“Circe”: donne, leggete questo romanzo

circe

Non c’è da meravigliarsi che io sia stata così lenta, pensai. Per tutto questo tempo sono stata una tessitrice senza lana, una nave senza mare. E guarda adesso dove veleggio

CIRCE

Se è vero che questo romanzo narra la storia di Circe, credo che in qualche modo narri la storia di tutte le donne. E vi spiego perché.

Circe nasce in una famiglia che non la comprende, concentrata su se stessa e sull’ostentazione della propria forza e perfezione. Cerca in tutti i modi di essere accettata, ma la sua natura si rivela in ogni momento. E quando la esterna, viene esiliata.

E’ così costretta ad affrontare la sua solitudine, ma solo in quella dimensione impara a conoscersi davvero e rivela la sua vera essenza unica. Mossa dal desiderio di essere amata e amare, ingenuamente casca in una serie di tranelli tessuti da dei e umani e impara a difendere se stessa e la sua casa. Affronta i fallimenti, le perdite, gli addii, si lascia andare all’amore e al destino e, quando deve affrontare da sola la maternità, ecco affiorare tutte le sue debolezza ma anche le sue forze più recondite.

E alla fine, solo quando avrà affrontato il suo passato, mettendo a tacere i suoi demoni, Circe sarà in grado di vivere l’amore e di scegliere cosa essere davvero.

Romanzi femminili

Non intendo dire che non siamo spaventati. Solo questo: CHE SIAMO QUI. E’ questo che vuol dire nuotare nella corrente, camminare sulla terra e sentirne il tocco sotto i piedi. E’ questo che significa essere vivi.

CIRCE

I romanzi che più ho amato quest’anno sono stati di autrici femminili: Cambiare l’acqua ai fiori, Io sono la strega e La bambina e il sognatore. Aggiungo a questa lista Circe, e lo metto in cima a questa pila di stupendi libri.

Un perché sicuramente c’è: il mio percorso verso l’accettazione delle debolezze e delle forze del mondo a cui appartengo è iniziato da quando è nata la mia Celeste, due anni fa, e forse quest’anno è giunto a compimento.

Il romanzo di Madeline Miller è speciale da più punti di vista. Senza dubbio prima di tutto perché raccontare le gesta di una figura mitologica rendendo il racconto così piacevole non è da tutti, rivela grande e approfondita conoscenza della materia, ma anche comprensione delle sue sfumature e significati.

Ritengo però che questo romanzo possa essere letto a più livelli. Anche se non si fosse chiamato “Circe” e non sapessimo che stesse raccontando la storia della maga che incantò Odisseo, ne saremmo rimasti affascinati. Per la forza di questa donna, non in quanto maga bensì nella sua forma umana, per il coraggio nell’affrontare il destino, per l’audacia nel difendere chi ama, per la resilienza e la capacità di ricucire le sue ferite, anche le più profonde.

Ecco, credo di aver davvero capito adesso, scrivendo, ciò che accomuna i romanzi che ho adorato quest’anno sia questo: sono tutte di resilienza.

Dunque, se li consiglio tutti, non posso che virare il mio arco verso Circe: donne, leggete questo romanzo!

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