Nelle centinaia e centinaia di liste dei libri più belli dell’anno che in questi giorni vengono pubblicate dai più grandi giornali e riviste… non compare nemmeno uno dei miei libri preferiti del 2021.
Certo, la lettura è una cosa estremamente soggettiva e individuale, e c’e da dire che molti libri che ho letto nel 2021 non sono per forza usciti nel 2021. Questo per sottolineare con forza che anche la mia lista era fondamentale e necessaria in mezzo alle mille mila liste altrui :)))
E poi, questa cosa delle liste a noi lettori piace. Ne leggiamo mille, in questo periodo dell’anno, eppure le leggiamo tutte. Ci piace guardare le liste degli altri e ci piace fare la nostra, tirare fuori i libri letti e fare il punto di quelli che abbiamo amato davvero e che ci si sono tatuati addosso.
E quindi lo faccio anche io. Non una classifica, non potrei davvero. Procederò per ordine di lettura e poi vi dirò quello che proprio consiglierei a chiunque. Pronti?
Indice dei miei libri preferiti del 2021
Ecco i miei libri preferiti del 2021, in ordine di lettura, dall’inizio alla fine dell’anno:
- “Il regno capovolto”, Marie Lu (Oscar Vault)
- “Il ballo delle pazze”, Victoria Mas (Edizione e/o)
- “Faremo foresta”, Ilaria Bernardini (Mondadori)
- “Questo giorno che incombe”, Antonella Lattanzi (Herper Collins)
- “Oltre il bosco” Melissa Albert (Rizzoli)
- “Vita nostra”, Marina e Sergej Djacenko (Fazi Editore)
“Il regno capovolto“, Marie Lu (Mondadori Oscar Vault)
Immaginate cosa vorrebbe dire avere un sogno e un talento per poterlo realizzare, ma non poterlo fare solo perché donna?
Quella de “Il Regno Capovolto” è una storia rigogliosa e poetica che parla di musica, magia e dell’indissolubile legame tra un fratello e una sorella. Ma è soprattuto la storia di una donna che non ha potuto essere ciò che desiderava davvero solo perché donna.
E’ la storia dell’altra Mozart, la sorella del celebre Wolfgang Amadeus, che è davvero esistita e come quest’ultimo aveva un incredibile talento musicale ed era una bambina prodigio. Ma era una donna del 18esimo secolo e non poteva certo comporre: solo suonare, fino a quando avrebbe raggiunto l’età per doversi sposare.
La piccola Nannerl può solo accettare questa condizione, sapendo che più cresce più si allontana dal suo sogno, mentre assiste alla conquista del mondo da parte del fratello.
Ma ecco che gli si presenta uno strano individuo, il principino del Regno Capovolto: può farla diventare immortale, se farà qualcosa per lui. E Nannerl così inizia un viaggio in un mondo al confine tra sogno e realtà, dove dovrà affrontare i suoi più grandi demoni: la paura di essere dimenticata, la gelosia di sapere che suo fratello sarà ricordato al suo posto, la rabbia che la porterà a fare qualcosa di terribile pur di vedere i suoi desideri realizzati.
Fantasy davvero originale, che l’autrice ha scritto “per le Nannerl di oggi e domani, nella speranza che, quando saranno pronte a condividere il proprio splendore con il resto del mondo, il mondo sarà pronto a riservare loro l’attenzione e gli onori che meritano”.
“Il ballo delle pazze“, Victoria Mas (Edizioni e/o)
Recentemente ho visto il film su Prime: un pugno nello stomaco.
La storia si svolge tra le mura del famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière di Parigi (che è realmente esistito), diretto dall’illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud). Qui, alla fine dell’Ottocento, le cosiddette “alienate” non sono più tenute in catene, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti psichiatrici azzardati e impietosi.
Vengono chiamate “isteriche”, ma la verità è che si tratta soprattutto di donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene.
Ed è qui che prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può “incontrare” e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka.
Accompagnandoci nella storia dell'”alienata” Eugenie e dell’infermiera Genevieve, Victoria Mas ci pone davanti a un inquietante interrogativo: meglio vivere tra le persone considerate “normali” in una società dove normale è solo chi rispetta regole e indossa una maschera oppure tra coloro che sono considerate “pazze”, libere di essere sé stesse?
“Faremo Foresta“, Ilari Bernardini (Mondadori)
Eccolo, il mio libro del 2021.
Ho divorato questo libro con il nodo in gola, il nodo dei dolori che non mi ero accorta ma non si erano ancora sciolti, ho desiderato ardentemente avere un terrazzo, prendermi cura di tutti i terrazzi del mondo, ho sentito di non essere sola, di essere dentro una gigantesca foresta che anche io ho in qualche modo “fatto”.
La storia di una donna che prova a rimettere ordine nel suo deserto, che impara a far nascere una foresta dove sente di avere solo freddo e aridità. Una delusione, la vita che si frantuma, tutte le certezze che cadono… e tutti diventa deserto. E poi, ecco il seme che fa rigermogliare tutto.
Il parallelismo tra vita e foresta, il modo in cui viene raccontata la rinascita è dolce e amaro, poetico e commovente.
E questa cosa del “fare” e non dell’ “essere” foresta mi è piaciuta tantissimo, perché è necessario esserci e agire per potere diventare, essere parte attiva del cambiamento di noi stessi e in minima parte del mondo.
Questo libro mi fa ancora piangere, dopo mesi.
“Rimetto in ordine le mie paure e imparo a conoscere una nuova emozione, che a volte mi riempie il cuore ed è simile a un attacco di panico, ma è in realtà un attacco di felicità. E’ una felicità vicina sempre alla commozione e il mio è come un delirio amoroso”.
“Questo giorno che incombe“, Antonella Lattanzi (Herper Collins)
Ho letto “Questo giorno che incombe” sulle montagne russe, lasciandomi trasportare nel delirio della protagonista, Francesca, una madre come tante, come me, amorevole, attenta, devota, ma anche cattiva, fastidiosa, egoista e sconsiderata.
Una donna, un essere umano, che lascia il lavoro per seguire la promozione del marito, ed è felice di trasferirsi da Milano a Roma, di dedicarsi finalmente alla sua famiglia, alle sue figlie. Tutto sembra perfetto, anche il nuovo condominio, la nuova casa, i nuovi vicini…
Ma poi la nuova vita inizia e non è come Francesca l’aveva immaginata.
Il marito lavora sempre fino a tardi, lei resta a casa tutto il giorno con le bambine, non riesce a disegnare, non riesce a pensare, inizia a soffrire di mal di testa, ad avere paranoie, vuoti di memoria, a parlare con la casa.
I vicini si fanno sempre più invadenti, inquietanti, accadono fatti strani, ma Francesca non è lucida e non sa più distinguere cosa accade davvero e cosa sia frutto della sua ansia.
Finché, un giorno, nel cortile, si sente un urlo: è scomparsa una bambina.
E Francesca non ricorda, non sa cosa stava facendo un attimo prima. Perché non si sta comportando come tutti vorrebbero, da brava mamma… Anche se lo sa, se lo ripete continuamente che “le madri sono felici di essere madri”. E tu?
Questo romanzo sbatte sul cuore, e’ una di quelle storie che leggi con le palpitazioni e la bocca aperta, fino alla fine, soprattutto del mondo come la protagonista (e forse un pochino anche il lettore) lo aveva sempre considerato.
“Oltre il bosco“, Melissa Albert (Rizzoli)
“L’unica via per andare oltre è attraverso. Attraverso i boschi, attraverso la storia, attraverso il dolore. Pensavi che avresti ottenuto quello che volevi gratis?”
La storia di Alice, la protagonista di questo romanzo di Melissa Albert, è certo una metafora.
Alice che da tutta la vita fugge “dalla sfortuna”, Alice che vive in simbiosi con sua mamma Ella, Alice che non conosce il suo passato, che non sa chi è e perché fugge e da chi.
E sua nonna, questa misteriosa e ingombrante figura, colei che scrive storie e le ha trascinate fuori da un altro mondo, l’Oltremondo, quello che contiene passato e orrori, la parte oscura di noi e di tutto l’universo.
Poi il rapimento di sua madre e il viaggio, attraverso il bosco per andare oltre. Per scoprire il suo passato, chi è e da dove viene, per cambiare il finale della sua storia, per amare e dimenticare, ma solo fino a un certo punto. Perché “non si cancella cosi semplicemente, rimane un’eco”.
E infine il ritorno alla realtà che non è più come la ricordava. O forse non è mai stata come la pensava.
“Oltre il bosco” ha fatto risuonare in me l’eco di “Le mille e una notte” e “Donne che corrono con i lupi”.
Il richiamo alle favole, l’atmosfera a tratti onirica, la copertina bellissima sono tutte cose per cui vi dico di leggere questo romanzo.
La storia di Alice vi trascinerà in un mondo che non è quello di nessun altro libro, ma è anche quella di tutti i libri, nel senso che in qualche modo magico l’autrice è riuscita a cucire in questa storia le atmosfere di tutte le storie che conosciamo già, ed è come se a Hazel Wood ci fossimo già stati.
“Vita nostra”, Marina e Sergej Djacenko (Fazi Editore)
Appena finito, non ancora recensito. Questo libro finisce diritto tra i best of the year. Solo che ancora non trovo le parole giuste per parlarne. Per ora, vi basti questa definizione di Aliette De Bodard riportata sulla copertina: “Un libro fantastico. Un Harry Potter sotto steroidi con una buona dose di metafisica“. Ma anche quella di “The Washington Post”: “E’ l’anti Harry Potter di cui non sapevate di avere bisogno“.
Ve ne parlo presto. Un colpo al cuore.
I miei libri preferiti del 2021
Riguardandoli tutti insieme, mi rendo conto che i miei libri preferiti del 2021 sono legati da un filo rosso: sono tutte storie di donne. Donne oppresse, donne libere, donne che si ribellano, donne che cambiano e rinascono.
E se dovessi arrivare a dieci, aggiungerei altri libri di donne: “La notte delle farfalle” di Aimee Bender (Minimum Fax), “La ladra di parole” di Abi Dare (Editrice Nord), “Good luck girls” di Charlotte Nicole Davis (Rizzoli) e “Balene” di Barbara Cappi e Grazia Giardiello (Giunti Editore).
Che decina la mia, più la guardo e più mi rendo conto che anno pazzesco (anche in termini di letture) sia stato!!!